L'ARTE DEL
RILIEVO
ANNO ACCADEMICO 2012/13
UNIBG
IL RILIEVO INDIRETTO

Definizione
Il rilievo topografico viene denominato anche rilievo indiretto (in quanto le misure non vengono prese direttamente dall’oggetto, ma attraverso strumenti a contenuto tecnologico medio - alto, che ne permettono l’acquisizione) o rilievo strumentale (poiché si avvale, appunto, di diversi tipi di strumenti).
L’acquisizione dei dati avviene per mezzo di due distinte metodologie:
• nella prima, nota come intersecazione della piramide visiva, le misure sono ricavate sezionando con un piano il fascio di raggi proiettanti che, partendo da un punto noto, descrivono la forma dell’oggetto;
• nella seconda, i punti singolari dell’oggetto sono definiti come intersezione di due distinte visuali, che hanno origine in due punti noti, procedendo, dunque, con la risoluzione dei triangoli che si formano.
A questa seconda famiglia appartiene la topografia: spesso affiancata ad altri metodi di rilevamento, essa si occupa dello studio dei metodi, dei procedimenti applicativi, dei modelli di calcolo e delle strumentazioni tese al rilievo di una porzione limitata della superficie terrestre, sufficientemente piccola da poterne trascurare la sfericità o curvatura. Nella sua impostazione classica, prevede una netta distinzione tra rilievo planimetrico (determinazione delle coordinate planimetriche dei punti rilevati, relazionate ad un piano di riferimento, dove le coordinate possono essere cartesiane, polari e geografiche) e rilievo altimetrico (determinazione delle distanze dei punti rilevati dal piano orizzontale di riferimento prescelto, cioè nella individuazione delle quote), oggi superata grazie all’avvento di strumenti topografici di nuova generazione, come il GPS, nei quali il sistema di riferimento locale è unico e tridimensionale.
Le operazioni topografiche hanno come scopo la misura di direzioni, distanze e dislivelli.
Gli strumenti adottati per queste operazioni sono:
• il teodolite, per la misura di angoli azimutali e zenitali, o, meglio, di direzioni angolari;
• il distanziometro elettronico, per la misura diretta delle distanze;
• il livello, per la misura delle differenze di quota ;
Le misure angolari e di distanza possono essere effettuate con un unico strumento, detto stazione totale, che riunisce in sé le funzioni del teodolite e del distanziometro elettronico.
Iter Operativo
METODI PER IL RILIEVO PLANIMETRICO
Il rilievo topografico ha un ruolo essenziale nella campagna di rilevamento: attraverso di esso si definisce il sistema di riferimento locale nel quale vengono riportati tutte i risultati delle operazioni di misura.
A tale proposito, l’operazione topografica della triangolazione, determinando la posizione reciproca di punti che vengono tra loro collegati mediante triangoli, premette la costruzione di reti; esse sono gerarchicamente organizzate in:
• rete principale o di inquadramento o del I ordine: essa costituisce l’ossatura di tutto il rilievo in quando definisce il sistema di riferimento locale e ad essa si collegano le reti successive;
• rete del II ordine;
e via dicendo.
Nella pratica comune si considera sempre la rete di livello superiore come infinitamente precisa.
Questo modo di procedere permette una funzionale suddivisione del lavoro.
METODI PER IL RILIEVO ALTIMETRICO
• livellazione geometrica: distinta in ordinaria e di precisione è una operazione che consente di misurare la differenza di quota, o dislivello, fra i punti della superficie fisica della terra.
• livellazione trigonometrica: principalmente impiegata per determinate i dislivelli fra punti delle reti di inquadramento, è un'operazione topografica che permette di determinare la differenza di quota fra due punti A e B mediante misure angolari nel piano verticali (distanze zenitali) eseguite con il teodolite.
Esempio applicativo
Rilievo della facciata del capannone di via Galvani, Dalmine (BG)
Obiettivo: raddrizzamento della facciata del capannone per mezzo di RDF, impiegato in modalità analitica.
Si parte dal rilievo della facciata del capannone mediante stazione totale LEICA. Come è possibile notare dall’immagine sottostante, si è fatta stazione in 2 punti, dai quali sono state determinate le coordinate sia di vertici che concorrono alla definizione della sagoma dell’edificio (rilievo d’inquadramento), sia di punti aggiuntivi, scelti sulla base della geometria della facciata stessa (rilievo di dettaglio).

A seguito della stesura di un libretto di campagna (in cui sono reperibili tutte le informazioni comunicateci dallo strumento in merito ai punti collimati), si procede alla elaborazione dei dati tramite il software PREGEO. Si ottengono, così, le giuste coordinate da inserire in RDF per compiere l’operazione di raddrizzamento.
Disponendo di quanto sopra, si procede come segue:
1. Apertura di RDF e scelta della modalità analitica

2. Caricamento dell’immagine fotografica da raddrizzare

3. La Tabella Oggetto, visualizzabile dal menù a tendina, ci consente di caricare il file *.ogg ottenuto dall’elaborazione in PREGEO


4. Nella Tabella Immagine carichiamo le coordinate dei punti collimati selezionati sulla facciata

5. Allo scopo di calcolare i parametri di raddrizzamento, creiamo un file in cui vengano associate le coordinate oggetto di ogni punto d’appoggio alle corrispondenti coordinate immagine; procediamo caricandole nella tabella Unione. Essa si compila in automatico, creando un file *.fot

6. Per capire se i punti sono stati collimati in maniera corretta o per vedere se vi sono degli errori nelle coordinate oggetto, è possibile fare l’analisi dei residui.
7. Prima di procedere al ricampionamento, si deve selezionare la porzione di immagine che si intende raddrizzare; inoltre, è necessario impostare il passo di ricampionamento: questo valore rappresenta la dimensione in unità oggetto (ad esempio, metri) di ogni pixel dell’immagine finale (raddrizzata). Nel caso in esame, essendo le coordinate espresse in metri e volendo che ogni pixel corrisponda ad 1 cm, il valore da inserire nell’apposita casella è 0.01

8. È ora possibile effettuare il raddrizzamento dell’immagine iniziale; si ottiene quanto segue:

L’immagine corretta viene salvata in formato Bmp. Contemporaneamente al salvataggio dell’immagine, viene creato un file di testo che contiene le principali informazioni della stessa:

IMMAGINE FINALE
